Le terapia non farmacologiche sono l'insieme di approcci riabilitativi che cercano di limitare le conseguenze, rallentare l'evoluzione della malattia e migliorare la qualità di vita del paziente e della famiglia.
Non va in contrasto con la terapia farmacologica, anzi nella loro applicazione combinata si è potuto riscontrare un maggior beneficio.
Nel caso della demenza l'obiettivo è il rallentamento del decorso neuropatologico, con tecniche che stimolano le abilità ancora presenti. Un programma chiamato "attivazione cognitiva" che allena le funzioni residue allo scopo di rallentarne la degenerazione. La riabilitazione e fatta con esercizi che non devono risultare difficili rispetto a ciò che il paziente sa già fare, perché risulterebbero frustranti e non si otterrebbe nessun miglioramento. Allo stesso modo esercizi troppo semplici non sarebbero di stimolo tanto da farli sentire umiliati.
Stimolare una persona affetta da demenza esige quindi delle attenzioni particolari e le attività svolte nel trattamento non farmacologico (TNF) devono essere ben strutturate e personalizzate al fine di ottenere una buona "attivazione cognitiva".
(Prima Parte)
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